mercoledì 26 giugno 2013

L’ITALIA NON E’ UN PAESE BAMBINOCENTRICO

 scrive: per AMI Avv. Giovanni Cicchitelli, Socio Ordinario AMI e Cultore di Tutela dei Diritti presso l’Università della Calabria http://www.ami-avvocati.it/litalia-non-e-un-paese-bambinocentrico/

Si è da qualche giorno concluso il Congresso Nazionale di Roma dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, che ha visto tra i relatori anche la prof.ssa Maria Rita Parsi, la quale ha sempre sostenuto, in molti Convegni AMI in cui è stata ospite, che “l’Italia non è un Paese per minori, in quanto difetta di una visione bambinocentrica, contrariamente ai Paesi del Nord Europa, che per questa loro attenzione hanno un PIL più elevato”.

I dati italiani sono da allarme sociale, per non dire da terzo mondo: 1.822.000 bambini (17,6%) sono in una situazione di povertà relativa; 723.000 (7%) vivono sotto la soglia di povertà; 230.000 bambini sotto i 16 anni di età lavorano per pochi euro a settimana e ben 10.000 sono contesi tra i genitori nei processi delle crisi coniugali.

Il Presidente Nazionale dell’AMI avv. Gian Ettore Gassani è stato ospite del TG5 PUNTONOTTE di ieri, proprio per discutere di tutto ciò con altri esperti del settore.

A parere del Matrimonialista e Familiarista romano sia la questione del lavoro minorile, che quello della contesa dei figli nei processi della crisi coniugale, sono problemi tipicamente culturali.

Con specifico riferimento alle separazioni e ai divorzi, in Italia, difatti, è imperante la cultura del “farla pagare” al partner, usando i figli come un maglio e/o trattandoli come pacchi postali, facendo di loro un terreno di vendetta e rivendicazione, una sorta di bottino di guerra.

Nel Congresso Nazionale AMI supra cennato è stato detto con chiarezza che NEGARE AD UN FIGLIO UN GENITORE E’ UNA VIOLENZA FAMILIARE IN PIENA REGOLA, che può portare a conseguenze anche drammatiche posto che, dati statistici alla mano, LA FAMIGLIA UCCIDE PIU’ DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI.

Per l’avv. Gassani, la figura dell’avvocato deve passare per un processo di riqualificazione deontologica, perché il Matrimonialista deve intimamente sentirsi l’AVVOCATO DEL MINORE, CIOE’ DI COLUI CHE NON HA UN AVVOCATO QUANDO I GENITORI LITIGANO TRA LORO, studiando per questo strategie processuali che, al di là delle istanze del genitore-assistito, tutelino l’INTERESSE DEL MINORE, specie se nei Tribunali italiani bastano 27 minuti in media per porre fine ad un matrimonio e decidere su figli, casa e denaro…

L’avvocato non è un killer, ma un formatore di coscienze, specializzato e deontologicamente preparato, con il compito di sollecitare adeguati protocolli per l’ASCOLTO DEL MINORE, di avvalersi della MEDIAZIONE FAMILIARE ANTE CAUSAM, di lottare per l’EFFETTIVITA’ DELL’AFFIDO CONDIVISO e per il RISPETTO DELLE SENTENZE, sempre nell’ottica del SUPERIORE INTERESSE DEL MINORE.

Anche il laico non può non condividere l’appello di PAPA FRANCESCO: “Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia verso la vita e il domani. GUAI A CHI SOFFOCA IN LORO LO SLANCIO GIOIOSO DELLA SPERANZA”.

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