Da tempo questa redazione si occupa delle disfunzioni e delle irregolarità procedimentali per ciò che riguarda la materia minorile, riscontrate ovunque, soprattutto su Roma, nei percorsi intrapresi da servizi territoriali sanitari e comunali, dal tribunale per i minorenni e dalla corte d’appello - sezione minorenni. Prendiamo atto del fatto che il Garante dell’ infanzia e dell’adolescenza ha dovuto ricordare, a mezzo spot televisivo in onda in questi giorni sulle reti RAI, i diritti negati. Ha dovuto ricordare agli adulti le proprie responsabilità, a conferma del fatto che istituzioni e preposti alla salvaguardia dei diritti del minore sono sempre più “lontani dalla realtà” e continuano ad affrontare la delicata materia con profonda immaturità tecnico/giuridica. Le esigenze del minore non può comprenderle chi non ha sensibilità e profonda cultura della difesa dei diritti delle categorie più deboli. Nessun caso minorile, tanto meno quelli più delicati, possono finire sulle scrivanie d’ impiegati comunali che non adeguano le competenze delle proprie professionalità alle chiare normative vigenti, occupando la poltrona soltanto per lo stipendio. I danni che derivano da ciò sono enormi. Il Garante ha mosso il primo passo dopo gli ammonimenti e le sanzioni provenienti da Strasburgo, le associazioni e i genitori colpiti dalle ingiustizie, devono muovere passi concreti per soluzioni immediate e definitive.
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