lunedì 30 settembre 2013

False accuse: i negazionisti sanno da dove provengono i dati ? - di Fabio Nestola


Studiamo da anni il fenomeno emergente delle false accuse in ambito separativo, lo documentiamo, curiamo relazioni in convegni, seminari di studio e corsi di formazione.
Però a qualcuno da fastidio.
Meglio nascondersi dietro i luoghi comuni, meglio il qualunquismo, meglio tapparsi occhi ed orecchie, meglio non approfondire.
Si, c’è chi si accanisce a negare che il fenomeno esista ed oltre ad esistere sia in costante espansione. Pur di smentirlo, i negazionisti accusano Adiantum di citare dati sparati a casaccio. Mi è stato segnalato un blog ove appare “Cito da Adiantum: ...le false accuse che, in ambito separativo, rappresentano una percentuale oscillante tra l’80% e il 90% del totale. Abbiamo già visto che simili percentuali sono campate in aria”.
Il salto mortale ideologico consiste nell’ affibbiare ad Adiantum l’invenzione di dati che verrebbero smentiti da quelli citati dai negazionisti. Facciamo chiarezza su un paio di questioni:

continua:



1 commento:

  1. Scritto da Gerardo Spira

    Seguo le Vostre indagini, i commenti e le Vostre considerazioni. La verità si dice che fa male e fa male a chi la nega. Purtroppo in questo PAESE il Giudice, quello che si trova di fronte al problema, spesso, anzi molto spesso, nella stessa percentuale denunciata, accoglie la bugia, la fa propria e decide senza rispondere delle sue azioni. Non risponde delle bugie e neppure dei provvedimenti emanati sulle bugie. La cosa grave è che rivolta le bugie in pregiudizi da parte del padre verso il minore per "aiutare" la madre bugiarda. Il padre è costretto a ricorrere, a fare appello, a continuare ad affrontare spese, per dimostrare il contrario. Quando ciò accade davanti ad un altro giudice, provato con la dichiarazione del minore, il bambino viene restituito alla normale vita relazionale col padre. Come per incanto finisce il cosiddetto pregiudizio e intanto sono trascorsi mesi o anni e i due hanno ricevuto il vero danno e quindi il pregiudizio dalla GIUSTIZIA. Secondo la tua considerazione, molto profonda, quel giudice, dovrebbe indossare la tuta invece della toga, secondo me dovrebbe ritornare alla terra, dove manca tanta mano d´opera. Le attività intellettuali si dovrebbero svolgere con la capacità dimostrata non attraverso un concorso fortunatamente superato, bensì attraverso risultati conseguiti con alto senso di responsabilità, di equilibrio e soprattutto di qualità ineccepibile del prodotto. Se così è, si potrebbe risolvere la crisi dell´agricoltura in Italia e lasciare che i professionisti seri, quelli che lavorano in silenzio, svolgano anche la missione di elevare la dignità culturale del popolo. Ho seguito il caso di mio figlio davanti alla Corte d' Appello, sez. minorenni di Roma, è ti assicuro che la tua è una grande verità. Quel Giudice, non solo ha sbagliato ed è stato provato, ma continua a stare seduto al solito posto a far danni. Intanto ci ha messi in un grande dubbio : Collusione o corruzione? In buona o mala fede? Imperizia, negligenza o ignoranza? Le nostre tasse vanno nelle tasche anche di questi soggetti!

    RispondiElimina

il tuo commento