Tiberio Timperi, noto giornalista e conduttore televisivo, interviene sui recenti decreti che il Governo ha emanato in materia di affidamento dei figli e attribuzione del cognome. Si tratta di temi "caldi", che hanno svelato chiaramente chiari profili di incostituzionalità (decreto filiazione, nella parte che si occupa delle decisioni sui figli nelle separazioni) e di opportunità (decretazione d'urgenza per l'attribuzione del cognome materno).
Lo fa con una lettera aperta alla Nazione di Firenze. "Dopo il monito di Strasburgo", esordisce Timperi, "il Governo si è affrettato a trovare la soluzione riguardo al cognome della madre per i figli. Peccato che non abbia fatto lo stesso allorquando la stessa Corte ha condannato l'Italia, nel 2010 e nel 2013, perchè i tribunali italiani non hanno garantito i diritti dei padri separati e dei loro figli.
E' il c.d. Falso Condiviso ad essere sotto accusa, secondo il giornalista: "La legge sul Condiviso non è stata applicata. Entrata in vigore sette anni fa, sulla carta sembrava rivoluzionaria. Nei fatti, la sua applicazione è stata un fallimento. Colpa di schematizzazioni ideologiche presenti dentro e fuori dalle aule dei tribunali".
Sul decreto Filiazione. "il Condiviso non ha mai goduto di buona salute. Adesso ha ricevuto un colpo mortale grazie al decreto sulla filiazione che ha apportato modifiche sostanziali alla L. 54/2006".
Una stoccata all'attività del Governo. "Bene parlare di lavoro, di tasse, di competitività, ma parliamo anche di un diritto di famiglia che ha fatto il suo tempo. Bisogna far sapere a tutti coloro che volessero formare una famiglia che, qualora il decreto fosse convertito in legge, un genitore potrà cambiare residenza con i figli semplicemente comunicandolo entra trenta giorni dall'avvenuto tasferimento. Ha senso parlare di condiviso a chi, di punto in bianco, vedrà i figli cambiare città ? E ancora, il decreto introduce il concetto di residenza abituale. Nessun problema, in linea di principio, se ai figli fosse concesso di trascorre tempi paritetici con ciascuno dei genitori. Ma vogliamo scommettere che questo concetto sarà l'alibi di ferro per applicare il falso condiviso e stabilire che la residenza abituale sarà quella della madre ?".
Diritti e doveri. "E' ormai palese che nei tribunali si attribuiscono i diritti alle madri e i diveri ai padri. La legge 54 parla di "tempi equilibrati e continuativi con entrambi i genitori, ma sappiamo bene che ai padri, in media, sono riservati otto giorni su trenta. Pari opportunità a senso unico sono la bandiera delpolitically correct. Rottamiamo questo sistema legislativo e culturale, semplifichiamo a dispetto delle muffe ideologiche, adottiamo i patti pre-matrimoniali e garantiamo pari opportunità ai genitori e introduciamo il Divorzio Breve come nel resto d'Europa. Esiste solo Maria, o c'è posto anche per Giuseppe?".
scritto da Gerardo Spira
RispondiEliminaStiamo girando intorno all´argomento,un poco per paura e un poco per timore riverenziale. La verità è nei comportamenti di questa magistratura minorile che, per posizione di genere e potere di casta, decide contro principi, leggi e cultura familiare. La magistratura, almeno in questa materia è diretta da donne, le quali stanno usando tutte le armi, per vendicarsi di una secolare e falsa condizione di soggezione all´uomo, affidandosi all´umore uterino. La condizione di soggezione mantenuta da sempre è stata una scelta della donna che ha voluto ritagliarsi quel ruolo nella società. Di fatti nella vita familiare è stata sempre la donna a decidere; l´uomo per " quieto vivere" ha sempre ceduto e anche nelle separazioni è così.I pregiudizi ai minori vengono arrecati da questi comportamenti, dalle guerre che apre la donna in sede di separazione e continua, per colpa degli umori uterini che rimbalzano nelle aule dei tribunali. E perché poi i figli, appena possono, scappano di casa? Dove finisce la buona educazione impartita, la cura dei minori ? Vogliamo anche in questo campo porre le domande alla scienza ? Le risposte le ha date la società da secoli. L´uomo vuole vivere una vita equilibrata sia nella società che nella famiglia. Quando un bambino viene coinvolto nel conflitto non vuole perdere l´altro genitore e quando gli viene sottratto,vive male e cova odio e vendetta. I giudici minorili, specialmente quelli di Roma non lo hanno capito, o meglio lo hanno capito, ma risentono sempre dello spirito di vendetta secolare. Purtroppo, nonostante che il dovere funzionale dica altro, questi magistrati si lasciano condizionare dalle frustrazioni che si portano dentro. Questi non sono buoni magistrati, anzi non lo sono affatto. Ma leggono. La loro è cattiveria e non giustizia, tipica di una "società" che mi vergogno di nominare.Allora ? oltre alla riforma radicale bisogna responsabilizzare la magistratura. In italia la cultura pubblica è cambiata: tutti devono rispondere del loro operato, perché vengono pagati con danaro di tutti, compreso di quelli che subiscono ingiustizia.