mercoledì 6 novembre 2013

Lettera aperta al dott. Antonio Fosson Assessore della Sanità, Salute e Politiche sociali

Gentile assessore,

conoscendo la sua professionalità, mi permetto di sottoporle alcune riflessioni sul funzionamento delle politiche sociali nella regione dove lei ha operato come stimato professionista, come assessore della sanità e delle politiche sociali, come politico nazionale ed ora nuovamente come assessore.

Sono tematiche non nuove e che, come ebbe a dire ad una nostra assemblea di separati e divorziati, meritano attenzione, verifica e approfondimento per la risoluzione delle incongruenze di strutture pubbliche che ora dipendono nuovamente da lei. Parlo dei servizi sociali, dell’Ade, delle cooperative sociali, delle residenze protette e degli operatori psicologici, dipendenti pubblici che svolgono l’attività di Ctu per conto dei tribunali e che vengono pagati direttamente dagli utenti (i genitori). Non entro in merito alle modalità di svolgimento di questa libera professione per un dipendente pubblico e non voglio mettere benzina sul fuoco, per ora. Non parlo nemmeno degli psicologi in pensione che continuano a svolgere la professione di consulenza e nemmeno degli elenchi degli Ctu che rispecchiano certe visioni del servizio ai cittadini. Non mi soffermo su ciò che va bene perché il corretto funzionamento non è un merito ma un dovere per strutture pubbliche pagate con i soldi dei cittadini.

In Valle d'Aosta è elevato il numero dei minori coinvolti nelle problematiche legate alla fine della convivenza dei genitori. I tribunali di Aosta e di Torino con eccessiva facilità delegano i servizi sociali a formulare proposte di affido, ...
continua: www.genitoriseparati.it/g/index.php?option=com_content&view=article&id=291:aosta&catid=44:eventi-valle&Itemid=87

1 commento:

  1. Mi chiedo se è giusto che non si chiudano i percorsi di incontri protetti con sentenze definitive con la stessa velocità con cui si aprono.
    E' preoccupante l'irreversibile danno che tale lentezza arreca al minore oggetto e attenzione parlo di oggetto e non soggetto di tale procedura, con cognizione di causa.
    Non si fa indagine preliminare atta a verificare la veridicità delle motivazioni che spingono uno dei due coniugi a richiedere l'allontanamento dell'altro dal proprio figlio.
    Come zia di un bambino che ha subito ingiustamente l'allontanamento del suo papà e come madre, dico che siamo tutti vittime di un sistema che ha assunto la forma e il contenuto di una rete.
    Chi indisturbatamente gestisce questa rete?
    Da molto tempo sono costretta a raccogliere i miei pensieri per mio nipote in un cofanetto e i regalini per le occasioni quali compleanni, comunione, Natale etc. in un salvadanaio.

    Maria Spira

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