lunedì 7 ottobre 2013

Il Sistema non riconosce il proprio ruolo nel costruire i conflitti tra genitori


              Il Sistema non riconosce il proprio ruolo nel costruire i conflitti tra genitori

"C’è una forte conflittualità...", è questo il tormentone che migliaia di coppie si sentono ripetere ad ogni grado di giudizio da magistrati, assistenti sociali, CTU. 
Si sa, i genitori sono conflittuali. Se chiedono che le misure stabilite vengano poi - pensa un pò ! - pure rispettate, sono conflittuali. Se esiste un provvedimento ma viene violato, il genitore che chiede il ripristino della legalità è conflittuale. Se lo chiede a bastonate è un criminale, ovvio, ma anche se lo chiede con la carta bollata viene connotato negativamente, è conflittuale.
La legge prevede degli strumenti, ma chi si azzarda ad usarli è conflittuale.
È il mantra tanto caro al Sistema Giudiziario, che il Sistema stesso adotta per giustificare lungaggini e disfunzionalità croniche: quando tutto è ok sono bravi loro, se qualcosa non funziona la colpa è dei genitori che sono conflittuali. ...


2 commenti:

  1. scritto da: Gerardo spira

    Dopo lunghi e insistenti tentativi sono riuscito a procurarmi l´ultima edizione di Piero Calamandrei " Elogio dei giudici scritto da un avvocato ". Spero che tu l´abbia letto. Questa edizione non esiste in commercio. E´ un capolavoro di riflessioni fatte da uno dei più luminosi avvocati italiani. Ovviamente l´Elogio è sarcasticamente elevato al problema della giustizia. E´ un acquerello che consiglio a tutti ,per la sua attualità.Li definisce vendicativi,frustrati,e soprattutto nemici della GIUSTIZIA. A tal proposito dice" perché in tempi di tirannia o di scatenati odi civili pare che venga a mancare il terreno ove possa metter radici qualsiasi forma di ordinata e imparziale giustizia " Questo è . Ogni definizione è solo utile a renderli rancorosi e vendicativi.L´equilibrio può intervenire soltanto con leggi che li costringerà a giudicare secondo leggi.

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  2. scritto da Eugenio Spira

    In risposta a Pino Falvelli:

    Aggiungo che il legale, quando si muove sul terreno psicologico, piuttosto che sul terreno di sua competenza, squisitamente tecnico/legale, è perché ha già verificato ed accertato le ragioni dell´altra parte. Per non perdere, dunque, cliente e danaro, muove azioni ad effetto, conscio di poter godere del favor del proprio cliente, che egli stesso reputa "immaturo e litigioso", statisticamente definito conflittuale. Gli avvocati si dividono in due grandi categorie, quella degli studiosi radicati al codice deontologico forense e quella dei piazzisti. Il cliente disonesto, falso e spergiuro è difeso, guarda caso, sempre dal legale appartenente a quest´ultima categoria. Io ritengo, che quando dagli atti emerge il comportamento "immaturo e litigioso", il giudice ha il dovere di "mettere sotto" la parte che lo ha promosso. Non basta decretare in favore dell´altra parte. Ritengo ancora, che il giudice debba procedere direttamente alle segnalazioni presso il Consiglio dell´Ordine Degli avvocati, quando ha certezza del comportamento scorretto, soprattutto nella materia minorile, dove gli effetti di tali comportamenti si ripercuotono, irrimediabilmente, sul minore i cui diritti vengono calpestati se nessuno avverte la sensibilità e la responsabilità di assumere iniziative di difesa nei suoi riguardi. L´Autorità Giudiziaria ha gli strumenti per frenare il comportamento dilagante di cui parla Pino Falvelli e, quando non interviene, rimane sulle nostre papille gustative il sapore del "coinvolgimento". E quando trovano accoglimento teorie e lamentele della parte conflittuale e, non fatti provati e disciplinati da riferimenti normativi, ci vien da pensare che la parte "immatura e litigiosa" abbia assoldato appositamente l´avvocato "piazzista" che non può che incontrare il favore di quella Autorità Giudiziaria la quale sentenzia arrogantemente e dolosamente, perché non risponde.

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