martedì 4 giugno 2013

IL SISTEMA SI BATTE CON LE SUE STESSE ARMI

Quando si parla o si scrive dei magistrati italiani, lo si fa con la riverenza dovuta, ma non sempre da loro meritata, e questo costume
così rispettoso condiziona, di per se, qualsiasi forma di scritto o di espressione.
Nell´immaginario collettivo il convincimento è che i magistrati siano super partes e figure di garanzia che, dovendo accertare la verità, non possono che essere così considerate.
Sul mio percorso ho incontrato due categorie di magistrati e giudici, mentre ero convinto che la categoria dovesse essere una soltanto. La prima, asservita totalmente ad un sistema che opera a dispregio di qualsiasi valore, precetto, legge. La seconda - fortuna che c’è - in guerra con la prima ed al servizio del cittadino, non del sistema.
Ovviamente non approfondisco l’ottimo giudizio maturato sulla seconda categoria perché è quello che dovremmo avere tutti come unico concetto comune, riconoscibile, possibile. Ahimè, ancora rimane scritto in alcune aule italiane di giustizia (in qualcuna con le lettere penzoloni) “La legge è uguale per tutti”. Voglio ringraziare, però, personalmente, anche se pochissimi, i magistrati e giudici incontrati sul mio percorso che hanno davvero mostrato e dimostrato doti eccelse di distinzione, confermandomi l’applicabilità del buon diritto che si orienta a garanzia del cittadino debole e vittima dell’uso improprio che di quest’ultimo si fa nelle sedi d’affiliazione al sistema.
“Il sistema giudiziario” di cui tanto si parla, in quanto sistema, non è nient’altro che un “modello” controllato da pochi e diretto a tutti i “sudditi” che in esso si riconoscono.
Chi sono costoro? Ho verificato che si tratta sempre di magistrati e giudici dal profilo mai eccellente, carenti di encomio, dalla personalità sempre o quasi, introversa, problematica, fragile, incline al servilismo. Il sistema ordina, i sudditi eseguono in nome e per conto della “giustizia” italiana. I loro profili sono tutti simili; laureati presso le università private, figli di genitori facoltosi, a loro volta burattini del sistema e despoti burattinai in casa.
I sudditi non devono avere, come infatti non hanno, una buona cultura, non devono risultare capaci di eventuali colpi di coda, non devono mostrare capacità d’approfondimento per le materie di loro competenza. Quando tal uno dovesse risultare pericoloso a danno del sistema, viene praticamente chiuso alle corde da tutti gli altri, fedeli allo spirito d’appartenenza.
Il sistema, soprattutto nelle grandi città, confonde le proprie irregolarità ed illiceità servendosi della burocrazia, insano strumento inventato da altro malsano sistema. Molti magistrati sono carnefici ignobili e di scarso onore, che in forza della propria carica stravolgono le decisioni a dispregio del buon diritto, per la cieca devozione al sistema di cui fanno parte.
Il problema deve porselo la società tutta, che non ha ancora preso coscienza e lascia spazio alla sottocultura, soprattutto in materia di famiglia. Il problema deve porselo la Chiesa, che, in nome di Dio, potrebbe far riflettere il sistema, marcio dal lunedì al sabato, santo la domenica. Pertanto, il movimento dei separati non deve pensare di poterla spuntare promuovendo battaglie in punto di diritto, perché quando il diritto è quello imposto dal sistema sono ad armi impari e perse in partenza. Deve, invece, coraggiosamente e senza mezzi termini, sfidare il sistema sul piano che gli è più congeniale, quello dei valori della famiglia.
Un giudice relatore, ultimamente, prima di studiare gli atti e in sede di udienza, si è lasciato sfuggire, “.....che non si pensi ad un complotto contro il suo assistito....!” rivolgendosi all'avvocato. Profetico! Dopo pochissimi giorni (nella metropoli in cui vivo occorrono mesi per ottenere una decisione), la profezia del giudice si è tramutata in una decisione del collegio, presa contro ogni assunto giuridico.
Eppure l’agricoltura avrebbe bisogno di tante braccia possenti..... 
In bocca al lupo ai genitori temerari. 

Eugenio Spira

http://www.adiantum.it/public/3320-basta-guerre-in-punta-di-diritto.-il-sistema-si-batte-con-le-sue-stesse-armi.asp


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