Di Eugenio Spira – mercoledì 5 giugno 2013
E' toccante! Ma veda
Presidente, ormai ho maturato la convinzione che il dolore dei bambini e le
loro urla silenziose non l'ascolti più nessuno. Il motivo è da riscontrare
nella claudicante applicazione ed applicabilità delle poche leggi di
riferimento che regolano la materia di per se delicata e controversa. E' da
riscontrare ancora nella dolosa mancata applicazione del dispositivo del
Giudice da parte dei Servizi Territoriali Comunali e Sanitari che ruotano
intorno ai problemi che vedono coinvolti famiglie e minori. Ad esempio, nei
casi d’ incontri protetti fra genitore e figlio, quando mancano le strutture o
c'è carenza di personale, I Servizi incaricati, in massima parte per competenza
territoriale, che per legge dovrebbero comunicare tempestivamente all'organo
disponente le indisponibilità e l'incapacità di dare pieno seguito al
dispositivo, onde evitare di viziare il procedimento, non lo fanno.
Disinteressandosi del primario interesse del minore, lasciano correre tempi
lunghissimi prima di mettere in piedi tutta la macchina, causando dolosamente
traumatiche conseguenze nei malcapitati (genitore/figlio). Questo è un tema
scottante perchè è legato principalmente alle farraginose dinamiche
burocratiche presenti soprattutto nelle grandi città, i cui effetti risultano
devastanti per il minore che, intanto rimane immotivatamente in attesa nel
limbo e, di vizio, per ciò che attiene
il procedimento amministrativo che, per questi motivi, prevede l'annullamento
del percorso disposto. L'Italia, come spesso ammonita in materia dalla Corte
Europea, è rimasta indietro rispetto all'evoluzione sociale che vuole sempre
più il minore al centro e la bi genitorialità in via preferenziale. Vivo, insieme
a mio figlio, le disavventure scaturite dalla separazione da mia moglie, con
dolore. Ma, non ho perso mai il filo grazie all’avvocato che segue i
procedimenti amministrativi passo dopo passo. Presidente, è dura e la strada da
percorrere è lunga, ma sono sicuro che la rivoluzione culturale prima o poi
condizionerà anche le più chiuse, ottuse ed immature menti che operano nella
giustizia italiana, ove ancora si lascia che decidano con l’influenza delle
proprie opinioni, come si legge in alcune sentenze.
Con stima, Eugenio Spira
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